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Vestiti a noleggio di Patrick Pasquillo - Digital Maker e consulente software

Vestiti a noleggio: come sfruttare possibili scenari

6 minuti di lettura

Ascolta l’articolo del podcast qui sotto oppure leggilo. Puoi ascoltarmi facilmente anche cercando “Patrick Pasquillo” su Spotify o Apple Podcasts.

In questo episodio di Brandscut Rassegna Digitale parliamo di come il settore dell’abbigliamento sta per evolversi in un servizio a sottoscrizione e di come puoi sfruttare gli scenari possibili.

È utile capire qual è il futuro del settore abbigliamento e come puoi adottare nuovi modelli di business partendo dal concetto stravolto dei vestiti a noleggio.

Infatti parliamo di sottoscrizioni, subscription. Un’economia che sta prendendo il sopravvento su ogni cosa.

Ne abbiamo già accennato nella puntata dedicata ai ristoranti e al food delivery e in quella dedicata alle auto in abbonamento.

Questo modello di business aiuta prima di tutto a prevedere gli incassi e a non essere in balia dei consumi irregolari.

Mi ricordo ancora quando il mio professore di informatica in ingegneria nei primi anni 2000 ci aveva parlato di software come il pacchetto Office che sarebbero stati acquistati con abbonamenti online.

Allora si acquistavano i CD con la versione di Office e finché non si voleva comprare la nuova versione sul computer sarebbe rimasta quella acquistata.

Questa idea dell’abbonamento aveva due facce della stessa medaglia: una era quella di prevedere gli incassi e di aumentarli considerevolmente e l’altra era legata a una questione di sicurezza.

Infatti i vecchi software non sono più sicuro dopo qualche anno e vanno aggiornati.

Ma se l’aggiornamento richiede una spesa spesso si rimanda.

Ecco che dando la possibilità di acquistare un abbonamento con tutti gli aggiornamenti futuri si risolve la questione sicurezza e si trae beneficio dal nuovo modello di business.

Ma torniamo ai vestiti perché da poco in Svezia, a Stoccolma, HM ha annunciato un abbonamento sui suoi vestiti ai clienti più fedeli.

Questo concetto stravolge un settore ma era stato già stravolto da diverse startup che avevano lanciato progetti di vestiti a noleggio che andavano a sostituire gli armadi e a incidere sullo shopping.

“Quando grandi brand arrivano a cambiare atteggiamento spesso lo giustificano in qualche maniera…”

…attraverso per esempio, nel caso di Microsoft Office, la questione sicurezza informatica.

HM in questo caso lo giustifica attraverso vestiti creati con materiali ecosostenibili e entrando nel settore dell’economia circolare di cui abbiamo già parlato.

Poco male giustificare, l’importante che sia effettivamente un cambiamento verso approcci nuovi e sostenibili.

Certamente HM, dopo essere stata minacciata da questo modello di business da alcuni concorrenti, vuole entrare in un mercato che ha già un grande valore e una crescita sempre più marcata.

Ovviamente lo scopo, come tutti, è quello di prevedere gli incassi e far crescere il fatturato.

Con le sottoscrizioni di abbonamenti si passa a un marketing incentrato sempre più sul cliente che bisogna difendere sul lungo periodo. Diminuiscono i costi e aumentano i ricavi sul lungo periodo.

Pagando 30-40 euro al mese è possibile così cambiare vestiti senza più preoccuparsi di avere sempre lo stesso guardaroba.

Ecco che questo incide anche sul modo di fare shopping. Incide anche sulla proprietà di oggetti quotidiani.

HM dichiara di utilizzare i vestiti finché siano di qualità e poi riciclarli attraverso nuove tecniche che vengono utilizzate nell’economia circolare.

Lo stesso faranno altri brand, non solo dell’abbigliamento low cost.

È un approccio che quando è possibile ha sempre un ritorno positivo e questo incide anche sulla categoria dei negozi di abbigliamento come oggi li conosciamo.

Se l’abbigliamento ha un muro da abbattere nei confronti del digitale, come il non poter provare i vestiti prima di acquistarli, in questo caso per un cliente fedele di un marchio diventa facile trovare subito la taglia adatta.

Zalando è stato il pioniere dell’abbigliamento online, e potrebbe anche seguire l’esempio di HM.

Gli attuali negozi di abbigliamento potrebbero fare lo stesso e offrire uno stock di vestiti che viene riutilizzato per gli irriducibili dello shopping offline. Oppure finché ci saranno troppe barriere per adottare il digitale.

Come abbiamo già parlato di delivery un negozio di abbigliamento locale potrebbe offrire il delivery sulla base di un abbonamento mensile e uno stock relativo a un genere di abbigliamento.

“Ecco che lo stile diventa specializzazione, non solo della marca ma anche del negozio locale.”

L’attività del negozio locale può focalizzarsi sulla ricerca dello stile e dell’assortimento per soddisfare i bisogni delle loro nicchie di clienti.

In un episodio a parte parlerò anche dell’evoluzione dello shopping che da offline diventa online. Parlerò di come i grandi brand tra cui Amazon stanno adottando strategie diverse per integrare ai canali offline metodi digitali o inconvenzionali.

Siamo in una fase di test molto attiva perché il mercato sta cambiando velocemente e i grandi brand possono permettersi di testare e trovare la soluzione più adatta.

Anche in questo caso un punto cruciale di tutto questo sono i dati.

La mole di dati che si acquisisce da una sottoscrizione mensile aiuta a capire i gusti delle persone, il loro consumo di prodotti, o a sviluppare prodotti più adatti al mercato.

Per trasformare i dati in insight preziosi ci saranno sempre più aziende predisposte per farlo.

Con le piattaforme di formazione online è facile anche aggiornarsi su questo mondo che rappresenta il nuovo petrolio.

Ecco come la moda potrebbe trovarsi di fronte a un bivio in cui non sarà più al comando delle tendenze ma seguirà le tendenze derivanti dai dati e dal consumo dei propri clienti.

Oltre ai dati è così possibile anche ottimizzare gli stock e ridurre le perdite causate dai prodotti invenduti.

Sicuramente è un settore da tenere sott’occhio perché

“quello che ora sembra difficile cambiare può aprire le porte a tanti altri cambiamenti epocali che ora non riusciamo a intravedere.”

Nel settore dell’abbigliamento a noleggio abbiamo già da tempo quello degli abiti da cerimonia.

Oggi è molto facile allargare gli orizzonti in questo contesto e aprirsi più facilmente a nuovi modelli di business.

Acquistare e essere proprietari di vestiti potrebbe presto finire e potrebbe incidere molto anche sull’ambiente.

Per chi mi segue già ci sentiamo nelle prossime puntate del podcast che organizza le idee pratiche che riguardano il digitale, l’innovazione e la crescita professionale.

Negli episodi di Brandscut Rassegna Digitale relativi alla digitalizzazione parlo di alcuni settori che stanno per essere sconvolti affiancandoli a settori che sono già stati sconvolti qualche anno fa.

Ti consiglio di ascoltarli perché anche se non riguarda il tuo settore possono aiutarti a raggiungere la tua idea professionale più adatta a un mondo che cambia.

Se ti è piaciuto questo episodio e vorresti trovarne altri come questo ti invito a seguirmi iscrivendoti al podcast Brandscut Rassegna Digitale.

Ciao